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Le urla delle mie sorelle e quelle di mia madre mi risuonano nella mente ancora oggi, come un'eco senza fine, tanto forte che a volte mi devo stringere le orecchie dal dolore che mi provoca. Ancora sento la voce di mio padre che urlava il mio nome e mi cercava in casa per finire l'opera del massacro che aveva indubbiamente iniziato. Ancora adesso sento quella grossa voce che mi chiamava: «Larry, dove sei, vieni fuori bastardo...», come se fossi stato un nemico da uccidere a tutti i costi. Ricordo l'odore dell'armadio in cantina, un odore di legno ammuffito, mi mancava l'aria dalla forte umidità che c'era, ma preferivo essere nascosto lì che finire nelle mani di mio padre...